I nostri prodotti

All’interno dell’Enoteca, sono esposte le tre importanti DOC della provincia di Messina: il Mamertino, il Faro e la Malvasia delle Lipari e i numerosi IGT di pregio del territorio. Interessanti le birre artigianali prodotte in due comuni nebroidei (Sinagra e Sant’Agata Militello), al ficodindia e alla nocciola. Di particolare bontà e genuinità i prodotti gastronomici, i patè alle olive, ai carciofi, ai cardi, il pesto di finocchietto, le caponate e i sottoli, le marmellate e le confetture alla frutta, e i rinomati capperi di Salina. Il punto vendita ulteriormente arricchito dall’ottimo olio extravergine di oliva, le cui peculiari caratteristiche qualitative, sono espressione del territorio nebroideo della provincia di Messina. Caratteristico lo show room che espone le pregevoli ceramiche artistiche di Santo Stefano di Camastra, a testimonianza di un artigianato di qualità, conosciuto e apprezzato in tutto il mondo. In vendita anche i saponi ed i cosmetici artigianali all’olio di oliva, prodotti tradizionali del territorio di Santo Stefano di Briga, dalle particolari qualità detergenti ed emollienti.

Three glasses of wine - white, rose and red
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I Vini DOC

MALVASIA DELLE LIPARI Il vino DOC Malvasia o “Nettare delle Eolie”, così denominato in quanto vino dolce, si produce nell’incantevole e suggestivo territorio vulcanico delle Isole Eolie e principalmente nell’isola di Salina, dove il vitigno Malvasia venne verosimilmente impiantato dai Greci che colonizzarono l’isola. La presenza dell’uva Malvasia sulle Eolie secondo Diodoro Siculo, risale al IV secolo a.C. Si tratta di un vitigno coltivato unicamente nelle isole Eolie. Le sue uve, Malvasia delle Lipari 95% e Corinto Nero 5% vengono raccolte in avanzato stato di maturazione e successivamente esposte al sole per 10/15 giorni sulle “canizze”, producono vini passiti, naturali e liquorosi di colore giallo dorato, odore aromatico e sapore dolce. Grazie all’opera dei Veneziani, tra il 1500 e il 1800 il vino divenne il più importante d’Europa.

FARO Il vino Faro, una delle prime DOC della Sicilia, riconosciuta nel 1976, proviene da una vitivinicoltura, quella messinese, di origine antichissime, risalenti all’età Micenea (XIV secolo a.C. circa). I vitigni prodotti nel comune di Messina, sono principalmente 3: Nerello Mascalese dal 45% al 60%; Nerello Cappuccio dal 15% al 30%; Nocera dal 5% al 10%. Possono concorrere da sole o congiuntamente, fino ad un massimo del 15%, le uve provenienti dai vitigni: Calabrese (Nero d’Avola), Gaglioppo (Monsonico Nero) Sangiovese. Il vino Faro deve avere una gradazione alcolica min. di 12°, ed essere sottoposto ad un periodo di invecchiamento di almeno 1 anno nelle botti e di 6/9 mesi nelle bottiglie.

MAMERTINO Il mamertino è il più antico vino siciliano, apprezzato fin dall’epoca dell’ impero romano, come testimoniano fra gli altri, il geografo Strabone che lo classificò fra i migliori vini della sua epoca e Plinio il Vecchio che assegnò al Mamertino il quarto posto nella sua classifica dei 195 migliori vini. Ha ottenuto il riconoscimento di Vino DOC nel 2004 I vitigni prodotti in vari comuni della Provincia di Messina, comprendono le tipologie Bianco, Bianco riserva rosso, Rosso riserva, Grillo e Inzolfa. Va sottoposto ad un periodo di invecchiamento che varia in base alla tipologia. Per la riserva l’invecchiamento è di 2 anni di cui 6 mesi in botte. dall’epoca dell’impero romano. Ha ottenuto il riconoscimento di Vino DOC nel 2004.

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L’Olio

La produzione dell’olio rappresenta per Messina la più importante attività agricola. Tra gli oli più importanti si annovera la DOP Valdemone riconosciuta dalla Comunità Europea. Questa tipologia di olio viene prodotto da tre tipi di olive Ogliarola – Minuta – e Sangiovese. Per la qualità incide il clima, il territorio e le tecniche di coltivazione. La pianta dell’ulivo fu introdotta a Messina dai Fenici e successivamente dai Greci ma furono i Romani a diffondere la commercializzazione dell’olio. L’olio oltre ad essere impiegato in cucina è altresì utilizzato in svariati altri settori come quello medico ed estetico. In cucina è impiegato anche per le conserve alimentari, avendo la capacità di preservare i prodotti dall’ossidazione e dall’invecchiamento, evitando batteri e muffe.

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Olio
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Prodotti Gastronomici

La Provincia di Messina possiede una quantità di prodotti di eccellenza che caratterizzano un territorio fra i più ricchi di biodiversità: prodotti lasciati in eredità nel corso di millenni dalle tante dominazioni. Si riconoscono diversi tipologia di filiera: quella dei salumi, dei formaggi – dell’orto frutta – del miele, degli agrumi, della frutta secca Tre sono le aree che rappresentano il territorio che anticamente veniva identificato con il Valdemone.
La prima area è quella dei Monti Peloritani, di cui fa parte la città di Messina che si affaccia sull’omonimo Stretto, la seconda area è quella dei Monti Nebrodi, in cui è presente un parco naturale e la terza è quella delle isole Eolie con le sette perle del Tirreno.
Come si legge sul sito ufficiale del MPAAF “L’Italia è il Paese europeo con il maggior numero di prodotti agroalimentari a denominazione di origine e a indicazione geografica riconosciuti dall’Unione Europea. Un’ulteriore dimostrazione della grande qualità delle nostre produzioni, ma soprattutto del forte legame che lega le eccellenze agroalimentari italiane al proprio territorio di origine.”
L’Italia vanta infatti ben 291 prodotti a marchio DOP (Denominazione di Origine Protetta), IGP (Indicazione Geografica Protetta) e STG (Specialità Tradizionale Garantita). Le sigle sopra indicate danno al consumatore garanzia di tracciabilità del prodotto e di sicurezza alimentare: esistono infatti degli appositi disciplinari – riconosciuti anche a livello europeo – che impongono precisi limiti territoriali delle zone di produzione oltre ai metodi di “lavorazione” dei prodotti recanti tali marchi ai quali i produttori si devono rigorosamente attenere, inoltre la produzione è sottoposta a severi controlli da parte di specifici organismi a ciò deputati. Il territorio siciliano è espressione di numerose eccellenze nel campo dei prodotti DOP e IGP.  Un cenno a parte meritano i Presidi Slow Food, cioè tutte quelle eccellenze che per la particolare biodiversità vengono riconosciute e tutelate dalla Fondazione Slow Food attraverso appunto il Presidio che ha lo scopo di promuovere e valorizzare l’eccellenza locale e favorire le associazioni dei produttori. Tra i Presidi Slow Food spiccano nel territorio metropolitano messinese: il Suino nero dei Nebrodi, la Provola dei Nebrodi, l’Oliva minuta, il Maiorchino, il Cappero di Salina.

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Artigianato

Tra le eccellenze che caratterizzano il nostro territorio, un posto importante è occupato dalla produzione artigianale di Ceramica di Santo Stefano di Camastra conosciuta e apprezzata nel mondo.
La nascita dell’ artigianato della ceramica a S. Stefano risale al 1700 e coincide  grosso modo con la edificazione del nuovo paese ad opera del Duca di Camastra. Ma la sua tradizione è ben più antica. L’ arte ceramica era, infatti, presente nel nostro territorio già da lungo tempo e aveva avuto uno dei più importanti centri di produzione a Naso, dove era stata introdotta dagli Ebrei in epoca araba. Essa raggiunse livelli artistici e produttivi  notevoli nel 1500 ad opera della bottega dei Lazzaro, rinomata in tutta l’Italia meridionale. Nel  ‘700, per varie ragioni di carattere economico, alcuni maestri nasitani si trasferirono a S. Stefano, che si andava edificando in quegli anni, portando con se e trasmettendo a nuovi allievi il loro repertorio stilistico e decorativo.
La produzione artigianale di ceramiche, costituita inizialmente da manufatti in cotto o acromi, dagli elementi dell’ edilizia (pantofuli, canàla, catùsa) ai contenitori per le derrate alimentari (giarre, saimèri) e ai classici contenitori di liquidi (bùmmulu, quartari, cannàti), dalla ceramica da mensa (piàtta, bucàla) agli elementi della toeletta personale (làmmi, càntari).
In seguito il simbolo della produzione artigianale stefanese divenne però la piastrella Maiolicata, localmente chiamata “Ambrogetta” nei suoi variegati e fini colori “smaltati” (verderame, giallo, blu cobalto, manganese e rosso) e nei suoi disegni tipici (roccocò, musicali, cincu punti, lancetta e rigatinu, ecc.). L’argilla ricavata direttamente dalle cave e portata nei laboratori, botteghe artigianali chiamate “Stazzuna”, veniva lasciata al sole “a stagionare”, per poi essere messa in una fossa riempita d’acqua e quindi frantumata con una mazza.
L’operaio addetto reggendosi da una corda appesa al soffitto, ultimava il lavoro pestando con i piedi la massa argillosa. Il risultato finale dipendeva dalla manualità dell’artigiano che modellava il pezzo, poiché allora non esistevano macchinari. Il tornio che veniva usato era a pedale. I pezzi finiti, lasciati ad asciugare sarebbero stati poi smaltati. Anche lo smalto veniva prodotto in fabbrica al momento. Si metteva in una macina il piombo, trattato con dei fornelli particolari, si sminuzzava e poi si aggiungeva la silice.
Il pezzo asciutto, immerso nello smalto era pronto per essere infornato dentro forni a legna a forma circolare che permettevano di contenere più oggetti possibile. La decorazione delle mattonelle era eseguita a mano libera, solo per alcuni decori venivano utilizzate le mascherine. Le più belle ambrogette prodotte a partire dalla metà del 1800 dalla bottega degli Armao (oggi denominata Palazzo Armao, nota anche come “Palazzo dei leoni” per via del fregio che orna la sommità del palazzo), dei Mazzeo, dei Gerbino, dei Napoli, dei Piscitello e degli altri sapienti e laboriosi artigiani stefanesi, si trovano nel “cimitero vecchio” di Santo Stefano di Camastra, caratterizzato da monumenti funerari dalle forme “a sarcofago” e dai manti di copertura e delle iscrizioni funerarie realizzate con le mattonelle maioliche.
Oggi Santo Stefano di Camastra può considerarsi un vero e proprio laboratorio di creatività artigiana di inestimabile pregio, le botteghe hanno subito una singolare trasformazione diventando dei veri e propri atelier, dove le fogge più originali sono interpreti dell’inventiva e della genialità dell’artigiano.
Passeggiare per Santo Stefano, perdersi tra le sue viuzze diventa un esperienza di singolare gradevolezza, consentendo al visitatore di immergersi in una realtà artigianale ed artistica, in continuo divenire, attenta alle nuove esigenze di un mercato orientato alla ricerca del “particolare”.

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